To Strum: strimpellare, to s. (on) a guitar, strimpellare la chitarra.
Quella vecchia Fender Telecaster ne sà qualcosa, diamine!
Sopra quel legno usurato dal tempo ci è passata una fetta di popular music così rilevante e significfativa da renderlo ancora rovente.
Dove sei Joe?
A chi starai raccontando della tua vita terrena spesa a raccogliere e a raccontare le storie della tua gente e del tuo tempo?
Forse ci stai solo guardando con quel sorriso furbo di chi ha capito, in silenzio, mentre noi, poveri sognatori, siamo ancora alla ricerca della verità.
E quella sorte bastarda e gloriosa ti ha pure reso immortale, vivo, in mezzo al delirio quotidiano che noi chiamiamo musica.
No, non ci credo; Joe Strummer in compagnia degli altri grandi andati via troppo in fretta, mi viene da sorridere. Tu preferiresti un luogo "normale", dove il rumore delle anime semplici si confonde con il suono della tua musica, dove i racconti sono quelli delle persone come te, dove il ritmo di una festa si compone delle musiche del mondo.
Non sei nel paradiso delle rock star.
Avremmo bisogno ancora di te; non che la musica che ci hai lasciato non basti ma, ecco, oggi sarebbe importante capire dalla tua esperienza, dal tuo essere artista e del tuo appropriarti di arte nel rispetto di chi, come te, ne ha fatto fino alla fine una questione importante, un credo.
Sembra banale parlare di ideali in un mondo (musicale) soggiogato dai compromessi. Manca la sincerità Joe, manca il rispetto per ciò che siamo e per ciò che siamo stati; il peso e l'importanza delle origini si è svuotato dopo una lenta ed estenuante trattativa con le nuove forme di espressione dove non si E', si appare.
A volte penso, come ci sei finito in quella Londra sudicia di violenza e criminalità che farà poi i conti, pesanti, con se stessa?
Un pellegrino assetato di conoscenza e di luoghi, che lascia la comodità di una vita tranquilla per cambiare e restare se stesso. Hai scelto, Joe, e sei andato avanti così, finchè quel cuore stremato dalla fatica e dalla passione ha detto basta.
La responsabilità di abbracciare in pieno un significato (culturale) per farne messaggio di solidarietà tra i popoli; non lo hai costruito solo con le perole, ma lo hai prodotto con la musica, riuscendo laddove mille discorsi naufragavano sotto i colpi dei manganelli.
No, non ci sono solo le canzoni.
C'è la tua storia da tramandare, il tuo coraggio e la tua coerenza, i valori di un uomo che non ha mai dimenticato il pubblico, le persone, il senso della civiltà.
I Clash resteranno li, leggendari, al margine della storia musicale del nostro tempo, unici, come solo i grandi eroi sanno essere.
E tu Joe, eroe tra gli eroi, per sempre uno di noi: capace di trascinarci come un leader, di sbagliare, di restare umano e fragile ma con la caparbietà e l'orgoglio di chi è padrone della propria vita e delle proprie scelte.
Sta tutta qui la tua essenza; perché ogni uomo ha in mano il proprio destino, ed il futuro non è scritto.
Quella vecchia Fender Telecaster ne sà qualcosa, diamine!
Sopra quel legno usurato dal tempo ci è passata una fetta di popular music così rilevante e significfativa da renderlo ancora rovente.
Dove sei Joe?
A chi starai raccontando della tua vita terrena spesa a raccogliere e a raccontare le storie della tua gente e del tuo tempo?
Forse ci stai solo guardando con quel sorriso furbo di chi ha capito, in silenzio, mentre noi, poveri sognatori, siamo ancora alla ricerca della verità.
E quella sorte bastarda e gloriosa ti ha pure reso immortale, vivo, in mezzo al delirio quotidiano che noi chiamiamo musica.
No, non ci credo; Joe Strummer in compagnia degli altri grandi andati via troppo in fretta, mi viene da sorridere. Tu preferiresti un luogo "normale", dove il rumore delle anime semplici si confonde con il suono della tua musica, dove i racconti sono quelli delle persone come te, dove il ritmo di una festa si compone delle musiche del mondo.
Non sei nel paradiso delle rock star.
Avremmo bisogno ancora di te; non che la musica che ci hai lasciato non basti ma, ecco, oggi sarebbe importante capire dalla tua esperienza, dal tuo essere artista e del tuo appropriarti di arte nel rispetto di chi, come te, ne ha fatto fino alla fine una questione importante, un credo.
Sembra banale parlare di ideali in un mondo (musicale) soggiogato dai compromessi. Manca la sincerità Joe, manca il rispetto per ciò che siamo e per ciò che siamo stati; il peso e l'importanza delle origini si è svuotato dopo una lenta ed estenuante trattativa con le nuove forme di espressione dove non si E', si appare.
A volte penso, come ci sei finito in quella Londra sudicia di violenza e criminalità che farà poi i conti, pesanti, con se stessa?
Un pellegrino assetato di conoscenza e di luoghi, che lascia la comodità di una vita tranquilla per cambiare e restare se stesso. Hai scelto, Joe, e sei andato avanti così, finchè quel cuore stremato dalla fatica e dalla passione ha detto basta.
La responsabilità di abbracciare in pieno un significato (culturale) per farne messaggio di solidarietà tra i popoli; non lo hai costruito solo con le perole, ma lo hai prodotto con la musica, riuscendo laddove mille discorsi naufragavano sotto i colpi dei manganelli.
No, non ci sono solo le canzoni.
C'è la tua storia da tramandare, il tuo coraggio e la tua coerenza, i valori di un uomo che non ha mai dimenticato il pubblico, le persone, il senso della civiltà.
I Clash resteranno li, leggendari, al margine della storia musicale del nostro tempo, unici, come solo i grandi eroi sanno essere.
E tu Joe, eroe tra gli eroi, per sempre uno di noi: capace di trascinarci come un leader, di sbagliare, di restare umano e fragile ma con la caparbietà e l'orgoglio di chi è padrone della propria vita e delle proprie scelte.
Sta tutta qui la tua essenza; perché ogni uomo ha in mano il proprio destino, ed il futuro non è scritto.
"Scrivo canzoni di protesta, quindi sono un cantante folk. Un cantante folk con chitarra elettrica"
Joe Strummer