martedì 2 agosto 2011

Cronaca di un pomeriggio rock - prima parte

Sabato io e Sere siamo andati a vedere i Verdena. Trasferta collinare to Guardiagrele rock city. Roba da navigatore per chi, come noi, parte dalla provincia di Pescara per passare nel territorio estero della provincia di Chieti. E nemmeno si parla del centro cittadino: zona industriale dispersa tra lande abruzzesi rigogliosamente colorate di un verde estivo. Impreca con il satellite, chiedi un informazione ad un autoctono e la sana botta di culo, alle 17e30 siamo alla "venue", parolona che non sentivo da un'infinità di tempo e che nel gergo degli uffici stampa sta per "luogo del concerto". Ufficio stampa in questo caso della band suddetta: siamo li per intervistarli, mica bruscolini. Band che definire ostica è dire pochissimo; nota, infatti, è la loro avversione per giornali e giornalisti, o presunti tali, che puntualmente, ad ogni uscita discografica, sono li a deprimerli con un fuoco di domande paragonabile ad un copione perpetuo. E un pò li comprendo. Dunque lavoraccio sporco, da ore passate in cameretta a rimuginare sulle virgole di ogni quesito composto con tutta la professionalità possibile e con un filo costante di riverenza che la mia/nostra passione per la loro musica provoca inevitabilemte. Zaino in spalla, registratore-macchinetta, vinile di "Wow" e pennarello indelebile per apporvi su gli autografi: il kit del perfetto fan è ok. Vamos!

Come da accordi con il loro disponibilissimo e gentilissimo tour manager Roberto, attendiamo la band che, al nostro arrivo, sta completando il soundchek. E qui, nemmeno il tempo di godere di una "Scegli me" versione "mi godo il palco senza nessuno stronzo davanti a coprire la visuale", capiamo subito che saranno cazzi.

Alberto, leader della band, ha un problema al microfono: l'attacco del pezzo provoca una specie di rantolo riverberato. Prova e riprova a sistemare l'assetto, la tensione sale e lo scazzo tra l'irascibile moro e gli altri placidi compagni aumenta all'inverosimile. Io e Sere ci iniziamo a guardare preoccupati; tutti e due sappiamo che non sarà facile averli vicino e a loro agio dopo un chek andato quasi a escort.

Sono le 18e15 circa quando i tre scendono dal palco: cazzo, tocca a noi! Eh si, siamo tesi, almeno io lo sono. Sere c'ha sempre quell'aplomb da giornalista affermata che mi fa paura ed io, al confronto, sembro un novellino. Ma sono i Verdena, mica i Dik Dik. Mi do un contegno il tempo necessario per riordinare le idee ed ecco arrivare in avanscoperta il tour manager ad offrirci le prime indicazioni. Siamo li in quattro ora, un'altra giornalista è sul posto accompagnata da un'amica, anche loro prenotate per due chiacchiere con la band. Mi scappa subito un "e che cazzo!" mentale all'idea che lo smaronamento per la band sarà doppio dopo ben due sedute di psicologia rock. Pazienza. Il tour manager ci avvisa subito: "Arriveranno Roberta (la bassista) e Alberto (il cantante): nel primo caso registrate come volete, nel secondo niente video" Interviste separate. Bene.

Dopo il preambolo del chek tifo silenziosamente per avere Roberta, non per timore reverenziale dell'affascinante leader con l'umore contorto, ma per la risaputa disponibilità al dialogo della rossa musicista che, al contrario di quest'ultimo, ha più cura nel rispondere con precisione alle domande, senza divagare a piacere come sotto effetto anfetaminico (ad onor del vero, a fine serata sentirò un po il dispiacere di non averli potuti beccare insieme, sarebbe stato molto interessante, ma in fondo va bene così). Il boss dice che noi siamo i primi e in quanto tali ci tocca la Roberta; lei arriva e soddisfatti ci presentiamo, stretta di mano decisa e via alla ricerca di un posto appartato per iniziare l'intervista.

1 commento:

  1. "Sere c'ha sempre quell'aplomb da giornalista affermata che mi fa paura ed io, al confronto, sembro un novellino" hauahuahauhaua ma quando mai??? o meglio, giusto l'aplomb, ma chi sa che sto a dì!!! :))))
    Sere

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