lunedì 19 settembre 2011

Reset

L'arancione delle foglie riflesse da un sole stanco annuncierà l'inizio di una nuova stagione.
L'estate risorgiamo di colori e lasciamo che sia il calore di un'aria densa a portarci via i pensieri.
Settembre invece assomiglia ad un reset. Ripartire, ricostruire. Dal bianco e nero, basici ed essenziali, per rinnovare una tavolozza di sentimenti ed emozioni con i queli riempire i quaderni del prossimo aprile.
Sta tutto nel concepire l'autunno come un contenitore di nuove possibilità, per rinnovvare gli auspici e le speranze e per goderne magari al ritorno del sole.
Somiglia ad un rifugio, l'autunno. O almeno è così che lo vedo. E' come tornare ad un letargo benefico per l'anima, che si ristora trovando nelle piccole cose l'essenzialità dei giorni che trascorrono lenti, lontani dalla frenetica esuberanza delle giornate estive.
L'autunno è meditativo. Raccoglie le ultime esperienze di un intero anno iniziando al contempo un bilancio di ciò che è stato e segnando in qualche modo le mosse che poi faremo.
L'autunno. Volevo descriverne l'arrivo e le sensazioni ad esso legate utilizzando una playlist ad hoc (nientemeno!). Ma ogni volta ne veniva fuori un personale best of del momento, il che non corrisponde esattamente ad un criterio universale di scelta. Ma, in fondo, quale criterio coordina inderogabilmente la musica che ascoltiamo? I testi costruti su una tematica a noi cara in quell'istante, come può essere, giustappunto, l'arrivo dell'autunno? Forse, ma non solo. A volte ci bastano una melodia giusta ed una voce che racconta di se, senza troppe spiegazioni razionali.
La playlist che trovate qui sotto è un insieme di tutto questo, un mix di parole precise, sensazioni ritrovate e digressioni melodiche che sembrano incastrarsi con questi giorni transitori, tiepidi, presi in mezzo dal grande ciclo delle stagioni.

Enjoy, if you want.


Dan Auerbach - "When The Night Comes" (dall'album "Keep It Hid")

Don’t be afraid
You’re only dreaming...

Una preghiera alla/nella notte. Che oltre al consiglio porta i sogni. Scrigni segreti delle nostre volontà.
Volendo cullarsi da soli in una notte del primo freddo, sarebbe la melodia ideale da registrare dentro un carillon.

William Elliott Whitmore - "Hell Or High Water" (dall'album "Animals In The Dark")

Folk asciutto come legna da ardere. Melodie al sapore di segatura e una voce che sembra averne respirata a sufficenza da far pensare che il nostro scenda giù da un bosco d'altura. E che abbia almeno settant'anni.
Sull'età sbagliate.
Sul resto basta attendere che entri quella dannata voce a scorticare questo spartito d'altri tempi per averne conferma.

Sean Rowe - "Jonathan" (dall'album "Magic")

Voce al sapore di vino, ma di quelli intensi, decisi, che tingono le labbra come pennarelli indelebili. "Paradossalmente" lo adorano in Francia, terra di uva delicate, e non capisco perchè noi ci ostiniamo ad ignorarlo amando così incodizionatamente, ad esempio, il roccioso Montepulciano.
Perchè in effetti si somigliano, per carattere e retrogusto.
Forti e gentili, come figli della stessa madre terra.

Scott Matthews - "Eyes Wider Than Before" (dall'album "Passing Stranger")

Un atterraggio di emergenza sul velluto di una voce consolatoria, rappacificante e meditativa. Prima di razionalizzare un sentimento, come ancora smarrirti dietro gli angoli delle emozioni che tornano, ciclicamente, come fosse sempre la prima volta. Come le stagioni.


Qualunque perdono dovrebbe passare di qui. E poi, per l'appunto, reset.


JBM (Jesse Marchant) - "In A Different Time" (dall'album "Not Even In July")


Sentirsi feriti da una voce. Penetrati e messi a nudo. Le fragilità, le paure, i rimpianti scaraventati alla luce di una verità che non sa dove nascondersi, se non liberarsi con benefiche lacrime. Un senso di impotenza difronte alla forza di un sussurro portato dall'eco di un vento esile che recita:


But if you'd hold my hand and we'd look to the sky
I think that there's a chance we'd once again feel alive
Ed è come se ti appartenesse da sempre, quell'immagine. E' già tua, ma non sapevi di averla.


Risvegliarsi e capire che si, siamo alle porte delle lunghe stagioni del freddo. Ma vuoi mettere riscaldare l'anima con un inno alla vita e alle sue piccoli grandi cose, come ad esempio un ritorno a casa dopo giorni di distanza?
Voce come whiskey d'annata. Calda, corposa, da gustare tutta di un sorso. Ideale prima, durante e dopo una temeraria passeggiata nella nebbia.


Alexi Murdoch - "Orange Sky" (dall'album "Time Without Consequence")


Lo invocheremo quell'arancione. Lo desidereremo "soffocati" da un cielo grigio nei giorni più abulici.
La canzone è un'invocazione, almeno per la nostra mente, recuperando immagini che abbiamo inconsciamente fotografato di un nuovo sole di Marzo. Rinvigorito dal suo largo giro intorno alla terra su cui presto tornerà a gettare le sue calde braccia.

8 commenti:

  1. Mai come quest'anno l'autunno deve portare cose nuove. Mi pesco a caso un pò di queste canzoni :)

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  2. bello Frà! lo sai ...tu devi scrivere di più,anche quando non ne hai voglia! ;)_marì

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  3. @Maraptica: spero tu possa trovare la tua canzone dell'autunno tra queste!

    @Marì: grazie...parlerò con la mia voglia e gli dirò che tu hai chiesto di me...vedrai come torna! ;)

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  4. http://www.youtube.com/watch?v=PXvPkyJmUhI questa

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  5. @Maraptica: sono contento della tua scoperta. Enjoy.

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  6. No qui c'è troppa classe per paragonarsi al NME :-) Belle scelte e bella e, fuor di muisca, pensavo a quanto sia calzante l'idea del reset... Tornando alla musica la mia scelta ricade su Ryan Bingham.. poesia pura in salsa acustica.

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  7. Giro la ruota e riformulo:
    "No qui c'è troppa classe per paragonarsi al NME :-) Belle scelte e, fuor di musica, pensavo a quanto sia calzante l'idea del reset... Tornando alla musica, la mia scelta ricade su Ryan Bingham.. poesia pura in salsa acustica.

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  8. @GB0: E' solo la mia lista...ma ti ringrazio! Sono contento del tuo personale apprezzamento, anche sul concetto del Reset che mi sembra stia funzionando ;)
    Su Bingham...beh, grande autore, grande interprete. Che dire di più!?

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